martedì 3 aprile 2012

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primo post di prova




4 commenti:

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  2. Da questo video emerge un altro argomento fondamentale,trattato anche in una delle lezioni di bioetica..."LA VITA COME AUTONOMIA"....in questo caso l'autonomia del PAZIENTE.Il paziente deve avere l 'opportunità di sapere tutto ciò che riguarda la sua salute e decidere il modo migliore per affrontare la malattia.Deve essere l' AUTORE della propria vita e non un ATTORE SECONDARIO.Per quanto riguarda il nuovo Giuramento di Ippocrate,che ad ogni modo, si nota in molti nei medici di oggi è proprio la "VOCAZIONE" al lavoro.In Ippocrate e nei Greci era talmente evidente,che il giuramento prendeva a testimone un Dio,la divinità,non a giudice della guarigione,ma a garante dell'adeguatezza dell'opera del medico.Ciò consisteva in una DEDIZIONE,tanto che la vita del medico veniva definita PURA,cioè adeguata all'importanza del compito.Oggi nella maggior parte dei casi notiamo proprio questa assenza di DEDIZIONE al lavoro,non sòlo nella professione medica ma anche in altri campi.Se un professionista(medico,scienziato,ect) si ferma soltanto alla componente TECNICA ,finisce con il trascurare il rispetto della persona in tutte le sue dimensioni.

    "Se infatti l’uomo, come vuole l’espressione di Nietzsche, è quell’"animale non ancora stabilizzato" che fin dalle origini non può vivere se non operando tecnicamente, la sua natura si modifica in base alle modalità di questo "fare", che per questo diventa l’orizzonte della sua autocomprensione. Non dunque l’uomo che può usare la tecnica come qualcosa di neutrale rispetto alla sua natura, ma l’uomo la cui natura si modifica in base alle modalità con cui si declina tecnicamente."

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  4. La vita di ognuno di noi va vissuta con dignità e rispetto verso gli altri e verso se stessi. Ogni persona vuole essere attore, protagonista delle sue azioni in ogni momento della sua esistenza. Questo riguarda ogni campo, compreso quello sanitario. Oggi, il rapporto medico – paziente, caratterizzato, fin dal giuramento di Ippocrate, da un’etica medica di tipo paternalistica, cioè da una concezione etica in cui si agisce, o si omettere di agire, per il bene del paziente senza che sia necessario il suo assenso, viene considerato non più adeguato, in quanto lede il diritto individuale all’autodeterminazione. Il compito dei medici e degli operatori in genere diventa, quindi, anche quello di riuscire a far mantenere dignità al paziente, che non può e non deve subire delle scelte. Certo questo non è semplice poiché richiede che il medico in primo luogo sia non solo un tecnico nel suo campo, ma anche un esperto in comunicazione e nei rapporti con il paziente e i suoi cari. Preservare l’autonomia del paziente richiede quindi attenzione e preparazione, con l’intento di riuscire a comprendere cosa il paziente voglia o non voglia sapere relativamente alle sue condizioni reali di salute. E’ chiaro che comunicare con il paziente diventa molto delicato soprattutto se il suo stato di salute è compromesso e molto grave, e la difficoltà consiste proprio nel capire quando e come egli voglia essere consapevole di questa sua gravità.

    E’ essenziale, secondo me, porre in primo piano proprio l’esame della relazione tra paziente ed operatori sanitari affinché questa sia una relazione “completa”, basata sull’informazione reciproca ma anche e soprattutto sul principio dell’autonomia e della dignità umana.

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