sabato 23 giugno 2012

Legge 40/2004 -fecondazione assistita

Documentandomi sulla legge che regola la pratica della fecondazione assistita, mi sono accorta che quanto afferma Mori nel "Manuale di Bioetica" è corretto: l'atteggiamento giuridico è quello di vietare le tecniche "più scottanti" sul piano etico. La prima reazione è la negazione di ciò che appare contro le idee tradizionali di procreazione. E' vietato il ricorso a fecondazione eterologa (molto spesso infatti si sente parlare di coppie che si rivolgono a Paesi esteri per poterla praticare, per esempio in Svizzera), è anche vietata la crioconservazione e la maternità surrogata. Per quanto riguarda la crioconservazione ovvero la conservazione dei gameti o dell'embrione in azoto liquido, è consentita solo in caso di problemi di salute della donna per cui la fecondazione dev'essere rimandata. Eppure l'articolo 2 afferma che lo Stato promuove le ricerche "sulle cause patologiche, psicologiche, ambientali e sociali dei fenomeni della sterilità e dell'infertilità" e favorisce "gli interventi necessari per rimuoverle nonché per ridurne l'incidenza". Ma come si può tutelare la ricerca senza la possibilità di usufruire di embrioni (si possono produrre solo fino a 3 embrioni e non se ne possono formare di nuovi per il  solo uso sperimentale). Vietare è un modo per rimandare un problema, forse con la speranza che non si trovi un punto d'accordo e la questione etica diventi meno insistente e si ritorni alla concezione tradizionale di procreazione. Un punto d'accordo non può essere trovato se non si dà la possibilità a chi sostiene la fecondazione assistita di dimostrarne gli effetti che richiedono tempi più o meno lunghi. C'è chi afferma che con l'avanzamento delle tecniche biomediche, in un futuro (non molto prossimo se non si liberalizzano maggiormente le pratiche) potremmo anche arrivare a preferire la fecondazione assistita alla naturale perchè sarà possibile evitare la perdita di un maggior numero di embrioni (cosa che avviene anche nella fecondazione naturale). Ai posteri va l'augurio di poter godere di questo vantaggio, a noi (intesi come comunità civile)  la possibilità di fare qualcosa attraverso le leggi.

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