sabato 2 giugno 2012

Noi non siamo Dio

Ho visto il film "Il dottor morte" e la cosa che più mi ha colpito è la freddezza e la determinazione con cui il dottore eseguiva la pratica del suicidio assistito.
Nei primi anni 90 negli USA questo argomento era considerato quasi tabù ed era una pratica mai usata prima, al contrario dell'Europa dove l'eutanasia era già stata effettuata.
La vista della madre malata terminale aveva scatenato in lui un rifiuto alla sofferenza tanto da voler alleviare l'agonia dei malati terminali anticipandone la morte per evitare il dolore fisico e dare una morte dignitosa ai pazienti.
Io personalmente non sono totalmente a favore di questa pratica, non ho condiviso il volere della signora malata di Alzheimer nei primi stadi della malattia a voler morire così presto, ma d'altro canto mi rendo conto , con quello che è successo in Italia con il caso Englaro , che non sia totalmente sbagliato. Ho provato a mettermi nei panni di un padre che ha passato gli ultimi 20anni della sua vita accanto ad un letto di ospedale dove c'era la figlia in coma vegetativo irreversibile, tenuta in vita da una macchina. La decisione del padre a voler staccare la spina ha suscitato sgomento e in molte persone indignazione, le sue parole di rassegnazione mi hanno commosso quando ha affermato che la figlia era comunque in una situazione di "non vita" e il pensiero che ella potesse soffrire sentendo dolori mi hanno convinto che forse in questo caso l'eutanasia sia d'aiuto.
"Noi non siamo Dio", questo era lo slogan urlato in faccia al medico da chi lo protestava. è vero bisogna sempre tener in mente questa frase quando si parla di eutanasia e assicurarsi che non ci sia un abuso, ma è anche vero che bisognerebbe rispettare determinate scelte da parte di chi soffre , credo che la cosa migliore da fare sia quella di fare un testamento biologico, cosicchè una volta che il malato non è più in grado di intendere e volere non ci sia un accanimento terapeutico se è questa la sua volonta.
In linea generale sono contro l'eutanasia e non me la sentirei nè di consigliarla nè di praticarla, ma comunque rispetto il volere di chi soffre e di chi sta andando incontro alla morte a causa di una malattia incurabile.

3 commenti:

  1. ciao serena...anche io ho visto il film! e devo dire che inizialmente ho trovato il comportamento del dottore un pò esagerato...nei confronti della comunità e degli altri medici...il modo in cui li condannava...anche perchè in una parte del film fa equivalere i loro metodi ai metodi"nazisti"!
    Però poi pensandoci bene mi sono chiesta:"cosa avrei fatto al posto di quei pazienti? come mi sarei sentita se fossi dovuta rimanere sdraiata per il resto della mia vita su un letto , perdere la mia autonomia, la mia libertà, dipendere da altre persone per il resto della mia vita, non poter più fare una semplice passeggiata, non poter seguire i miei sogni?soffrire giorno dopo giorno in silenzio e attendere che arrivi la mia fine ,prima o poi?
    Credo che anche io avrei voluto avere la possibilià di scegliere se continuare in quello stato vegetativo o no..e non lasciandomi morire di fame...ma ponendo fine alla mia sofferenza senza dover soffrire ancora!Certo bisogna sempre trovarsi nella situazione...però sicuramente vorrei poter scegliere ,come ho già detto precedentemente, ed essere libera di farlo! Nel film ,una volta che la società viene a conoscenza di quello che fa, iniziano vari processi da cui esce illeso grazia al suo avvocato che riesce ad evitargli tutte le condanne ,sulla base dell'inesistenza del reato di "suicidio assistito", e a continuare la propria battaglia per il" diritto di scelta" .
    Infatti è proprio questo che il medico sostiene fino alla fine: che i propri pazienti avevano il diritto di scegliere della propria vita, in questo caso della propria morte e che avevano il diritto di morire con dignità!Lui sosteneva: “ Non sono mai stato un teorico del suicidio assistito, ho sempre affermato semplicemente il diritto di morire per chi, in condizioni di irrimediabile e insopportabile malattia terminale, lo domandi".(continua)

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  2. L’idea di ammettere moralmente e giuridicamente che "un uomo possa chiedere ad un altro uomo di dare fine alla sua vita " non è mai stata accettata ma ha sempre suscitato obiezioni, critiche, condanne, reazioni. Ed è infatti quello che accade nel film!
    C'è una parte del film in cui il dottore parla con un giornalista e dice delle cose che mi hanno toccato molto:"..ti lasciano morire di fame, ti tagliano viveri ed acqua e tutto questo fino a quando te ne vai.....far morire la gente di fame...è disumano...se una persona è autorizzata a morire le fai un'iniezione..metodo rapido e indolore...non lascio un paziente in agonia...lo trovo inconcepibile,mostruoso,terribile.."questo è quello che il dottore dice al giornalista, in questa parte del film, e se da una parte risulta un commento freddo e diretto...perchè mette in luce un'aspra verità...dall'altra non mi sento di condannarlo anche perchè lui agiva in base a ciò che gli chiedevano i suoi pazienti ...e comprendeva la loro sofferenza,come hai detto tu, per il fatto di aver subito sulla sua pelle la sofferenza della madre!La sofferenza,per quelle persone, superava tutto... neanche l'amore da cui erano circondati riusciva a permettergli di sopravvivere oltre!ciò che chiedevano al medico, lo desideravano ardentemente,perché erano stanchi di soffrire! tant’è che c’è una parte del film in cui il medico stava per intervistare la richiesta di una paziente , quando il tutto viene fermato dalla polizia che dice:”vogliamo impedire un suicidio” e la paziente gli risponde:”chi diavolo ve l’ha chiesto…non ve l ho chiesto io!!"
    È un argomento difficile…anche perché se non si vive sulla propria pelle non si può mai prevedere quello che potrebbe accadere e come ci si comporterebbe…però è pure vero che ci vuole anche “coraggio” nel decidere di porre fine alla propria “vita”…che per quanto difficile, sofferente è sempre la nostra vita…è difficile dire addio ai propri cari…da entrambe le parti…non si è mai pronti…!Tutti i parenti dei pazienti che chiedevano “il suicidio assisitito” al dottor Jack ,si vede nel film, soffrono ,si disperano per i loro cari… però nonostante tutto non si sono opposti al volere della persona a cui vogliono bene…evidentemente erano consci che non c’erano altre alternative!
    Quindi mi chiedo perché far vivere una” non vita” ai malati terminali se loro stessi non vogliono continuare a viverla??se è una loro volontà ,va rispettata…perché al loro posto vorrei lo stesso !

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  3. E' vero noi non siamo dio " diciamo che ognuno è libero di pensare se è giusto o no di decidere della vita degli atri e sicuramente non è una cosa semplice...come ha detto il professore a lezione non sempre il testamento biologico è l'alternativa e la scappatoia perchè nel corso della vita una persona può cambiare idea diciamo che dovrebbe essere modificato o aggiornato. E' sicuramente un argomento difficile ed è difficile direi io farei così perchè nelle situazione bisogna trovarsi ed è difficile decidere della vita degli altri, io penso che vivere nello stato vegetativo sia un modo di togliere la dignità ad una persona perchè una persona in quello stato nn è in grado di autogestirsi, viene lavata da altri,e questa secondo me è la cosa che mi fa pensare che senso ha vivere così?? vivere senza aprire gli occhi, vivere senza le proprie abitudini, vivere senza decidere della propria vita e lasciarla decidere a terzi ecco già sapere che altre persone possano decidere per me mi farebbe impazzire. la scelta di staccare la spina o meno? bè penso che nel caso di Eluana e di molti altri che già da tanti anni stavano in quello stato di sofferenza è giusto staccare la spina e dare una giusta morte , è vero non siamo dio ma avvolte è bello pensare che una persona a te cara possa smettere di soffrire molte persone non riescono a prendere una decisione proprio perchè non riesco a distaccarsi ma pensare che dai un solievo alla persona secondo me deve essere una cosa bellissima...perchè penso che anche loro stessi se potessero decidere deciderebbero di staccare la spina perchè se è vero che esiste un aldilà allora si può dire vivrà meglio in un altro posto lontano da qui...

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