giovedì 31 maggio 2012

L' embrione può considerarsi o no una persona umana?


Durante le lezioni riguardanti la clonazione terapeutica e riproduttiva  mi sono più volte chiesta se un embrione potesse essere considerato una persona. La prima risposta che mi sono data è stata negativa: l' embrione è solamente un insieme di cellule che, potenzialmente, possono divenire una persona. A riguardo vi riporto il parere di Rita Levi Montalcini:


ROMA - L' embrione può considerarsi o no una persona umana? «No, assolutamente no», è la risposta secca di Rita Levi Montalcini. Il premio Nobel per la Medicina chiarisce che «l' embrione non è una persona umana, è un ammasso di cellule indifferenziate per cui per parlare di persona bisogna, quanto meno, che sia avvenuta la differenziazione». Stesso discorso vale, anzi a maggior ragione, per l' ovulo fecondato. «Si può iniziare a parlare di persona umana - spiega con precisione la studiosa del cervello umano - dopo il quattordicesimo giorno, vale a dire quando è avvenuta la differenziazione, anche se c' è bisogno ancora di molto tempo per la formazione completa e il funzionamento del sistema nervoso centrale». Quindi, stando alla conoscenza biologica, «è sbagliato porre l' inizio della vita umana al concepimento, sarebbe un colpo alla legge sull' aborto e alla stessa scienza».
(12 giugno 2002) - Corriere della Sera
Riporto, poi, l'articolo 4 della legge 194 sull'aborto:
Per l'interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico istituito ai sensi dell'articolo 2, lettera a), della legge 29 luglio 1975 numero 405, o a una struttura socio-sanitaria a ciò abilitata dalla regione, o a un medico di sua fiducia.
Io penso che l'embrione (ed il feto primitivo) non siano da considerarsi persone, per il semplice fatto che, quantomeno, non possiedono il sistema nervoso centrale.
Il tema, indubbiamente, è molto delicato. 

17 commenti:

  1. Non e' una persona perche' lo dice la Biologia, ma per quanto mi riguarda e' una potenziale persona..per cui abortire significherebbe negare la vita ad un qualcosa che si accinge a diventare persona..questo e' l'unico punto su cui sono d'accordo con la Chiesa..pero' nonostante cio' sono favorevole all'aborto, nel senso che ogni donna deve essere libera di agire come meglio crede, non le deve essere precluso nulla..ma io una cosa del genere non la farei mai!!

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  3. L'embrione è una persona! Il feto che sta dentro alla pancia della mamma è una persona! Chi nega questo è talmente anestetizzato da non riuscire più ad accorgersi della mostruosità del nostro tempo e del nostro mondo! Non c'entrano nulla le motivazioni politiche o religiose come qualcuno vuol far credere ma si tratta esclusivamente di usare la ragione!! Di guardare la realtà per come essa è. La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza, l'essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita. Dovremmo essere tutti antiabortisti, in linea di principio, teorico e pratico, così si espresse anche Enrico Berlinguer che, vinta la battaglia referendaria, disse: "Ora che abbiamo tolto l'aborto dalla clandestinità ci dobbiamo impegnare affinchè le donne non si ritrovino nelle condizioni di abortire."Giovanni Paolo II ha parlato di una "shoah", ha parlato dell'aborto come di una "strage sistematica". E, in effetti, se si guardano i dati francesi in trent'anni si scopre che ci sono stati 200 mila aborti l'anno. Mai una curva in diminuzione, mai, in un paese non povero e ignorante ma in un paese supercolto e civilizzato, dove le tecniche anticoncezionali sono sviluppatissime, c'è la pillola del giorno dopo, c'è la RU486 ormai da quindici anni, c'è l'aborto chimico, l'aborto chirurgico. Duecentomila in trent'anni sono 6 milioni.

    "L’embrione Ha il diritto di vivere dal primo istante del suo concepimento in quanto appartenente alla specie umana. ha diritto ad essere rispettato come ogni persona umana fin dalla fecondazione. Ha diritto ad una protezione giuridica adeguata anche prima della nascita,(dal preambolo della Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo) Ha diritto a non essere discriminato in base alle circostanze del suo concepimento, quando non è stato programmato o in caso di violenza. La vita vale anche se ha problemi di salute: nessuna malattia o imperfezione può giustificare la sua eliminazione. Ha diritto di essere concepito da un atto d'amore unitivo dei genitori e non prodotto in laboratorio. Ha diritto a non subire violenze come la manipolazione genetica, la sperimentazione distruttiva, il congelamento,la selezione eugenetica e tutto ciò che lo farebbe morire. Se lo hanno abbandonato in un congelatore ha comunque il diritto di nascere, quindi di essere adottato. Se muore prima di nascere, anche per aborto procurato, ha diritto ad essere sepolto come ogni altro essere umano. Come ogni bambino ha il diritto di amare e di essere amato. (Comitato Nazionale di Bioetica '96 e Evangelium Vitae)."
    In TUTTO IL MONDO: "Ci sono 80 milioni di gravidanze non volute stimate all'anno.Di questi, 46 MILIONI STIMATI sono abortiti in modo ivg:
    …126 mila ogni giorno
    …5250 ogni ora
    …87 ogni minuto
    …più di 1 aborto ogni secondo!!

    Come diceva Madre Teresa di Calcutta: «"[...] Sento che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l'aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. [...] Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c'è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me. [...]"»"Noi combattiamo l’aborto con l’adozione. Se una madre non vuole il suo bambino, lo dia a me, perché io lo amo". (da "Nobel lectures", "Peace" 1971-1980, 11 dicembre 1979)

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    1. Tu concordi nell'affermare che un feto ha il diritto ad essere rispettato e tutelato a prescindere dalle condizioni di concepimento...inclusa la violenza. Vorresti dire che un feto di novanta giorni deve essere più tutelato della donna che lo porta in grembo? Che porta dentro sè il simbolo di una violenza, di un'umiliazione?

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    2. Valentina mi trovi perfettamente d'accordo! In ogni singolo punto del tuo intervento! Non è questione di religione, nè di credo politico! Qui si tratta di difendere i diritti di una vita! E chi meglio di noi sa che anche quel piccolo ammasso di cellule è già una vita! è già una persona... sta solo aspettando di "sfogare" le sue potenzialità sviluppando in ogni sua parte! Così come un bambino attende di diventare adolescente, e poi adulto. E già il fatto che conservi dentro di sè le "capacità" per poterlo essere, fa già di lui un adolescente e un adulto! Per quel che mi riguarda sono più che contraria all'aborto! Non può pagare un bambino quelle che sono state le "sviste" dei genitori, nè merita di morire perchè malformato o malato, nè ha colpa il bambino se è stato concepito in una violenza! E le madri, con la M maiuscola, che portano in grembo i loro figli non possono MAI vederli come il SIMBOLO DI UNA VIOLENZA, come li definisci tu Ilaria! Un bambino innocente non può essere il SIMBOLO di una violenza. Ma solo in termini di tempo, una conseguenza. Chi fa un tale ragionamento, non possiede nulla di istinto materno! Chi dentro di sè ha un briciolo di maternità, non riesce nemmeno ad immaginare di poter mettere fine alla vita del proprio bambino! Anche quando le condizioni in cui è stato concepito sono dolorose per la madre! Perchè essere MADRI nell'animo, significa mettersi immediatamente al secondo posto, lasciando il podio interamente al proprio figlio!

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    3. Rispetto le vostre opinioni, ma non le condivido. Io sto parlando di embrioni, voi di bambini. Per me le due cose non corrispondono.

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    4. Maria Assunta e se la donna non ha quel briciolo di maternità?Ci sono donne che semplicemente non sono nate per essere mamme ma ciò non esclude la probabilità che per sbaglio,leggerezza,irresponsabilità restino incinte che dovrebbero fare? Tenere il bambino? Magari lavorano sempre (dopo anni di studio e di sacrificio) e dovrebbero rinunciare a tutto per un bambino a cui non sono nemmeno in grado di dare il loro amore?
      CHI HA PIU' DIRITTI? UN INDIVIDUO IN ATTO O UNO POTENZIALE

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  4. E' un tema molto molto delicato questo. Personalmente forse neanch'io sarei capace di abortire, ma penso che come in tutte le cose bisogni guardare le situazioni a 360°. L'embrione può considerarsi o no una persona umana? Secondo me no, come dice Ilaria, e come dice la Montalcini, è POTENZIALMENTE una persona umana e c'è una grande differenza. Valentina tu citi Berlinguer, io mi soffermerei su una parte della sua frase "ci dobbiamo impegnare affinchè le donne non si ritrovino nelle condizioni di abortire."
    Molti degli aborti infatti sono dovuti non tanto magari a questioni di paura di malattie per i figli ma a questioni socio- economiche. Quando una donna si rende conto di essere incinta "per sbaglio" e soprattutto si rende conto che non riuscirebbe a mantenere un figlio si rivolge allora all'aborto. Si assume forse tardi una responsabilità che doveva assumersi prima evitando situazioni in cui rischiava di poter essere messa incinta. Penso che nessuno di noi a quest'età possa capire davvero cosa vuol dire far nascere e mantenere un figlio nelle condizioni in cui ci troviamo ora. In linea di principio penso che tutti guardiamo all'aborto come a una forma di "nulla" inflitta a qualcosa che potrebbe essere e noi decidiamo di non far essere. Cito in proposito una frase di Oriana Fallaci tratta da "lettera a un bambino mai nato" :

    “Però anche quando sono infelice, penso che mi dispiacerebbe non essere nata perché nulla è peggiore del nulla. Io temo il niente, il non esserci, il dover dire di non esserci stato, sia pure per caso, sia pure per sbaglio, sia pure per l’altrui distrazione. Penso che perfino soffrire sia da preferirsi al niente.”

    Nonostante ciò sono favorevole all'aborto, favorevole perchè una donna deve poter essere libera di scegliere. Favorevole a una forma di aborto responsabile. Non una forma di aborto della serie "Ah sono incinta?Fa niente tanto posso abortire." L'aborto io la vedo come una sorta di ultima spiaggia, una cosa da evitare se possibile ma una possibilità che deve esserci. Ovviamente sono favorevole alla legalizzazione dell'aborto, in primis perchè non si uccide una persona ma una possibile persona. L'obiettivo non dovrebbe essere la lotta all'aborto, ma la lotta alle condizioni che portano una donna a prendere questa scelta.Sarei contro l'aborto se fossimo in una società pronta ad accogliere bene anche i bambini che nascono in famiglie disagiate, i bambini che nascono per sbaglio, i bambini non voluti.. ma sappiamo bene che "la battaglia dell'aborto con l'adozione" non è così facile come sembra.

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    1. Anna è molto siginificativa la citazione di Oriani Fallaci che hai scelto, come tutto il libro d'altronde.
      La nostra società visti i dati riportati da Valentina mi fa pensare che vede l'aborto come una soluzione troppo facile,che non si riflette abbastanza su di esso come invece bisognerebbe fare. Perché la questione dell'aborto, come avete detto appunto voi, è molto delicata e merita notevole attenzione.
      A questo punto vorrei proporre un'altra citazione tratta sempre dal libro "Lettera a un bambino mai nato" : Che m'importa se sei incominciato per caso o per sbaglio, anche il mondo in cui ci troviamo non incominciò per caso e forse per sbaglio?


      Voglio riproporre Berlinguer anch'io: CI DOBBIAMO IMPEGNARE AFFINCHE' LE DONNE NON SI RITROVINO NELLE CONDIZIONI DI ABORTIRE.

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  5. Biologicamente si può affermare che l'embrione non sia una persona. Ma quanti di noi riuscirebbero a togliergli la possibilità di diventare persona in atto?Io probabilmente non ce la farei.Da cosa dipende questa mancanza di coraggio?Nessuno di noi vorrebbe non essere nato.Ma le potenziali situazioni di vita in cui ci si può trovare sono parecchie e altrettanto lo sono le motivazioni valide che possono spingere una donna coscienziosa a interrompere una gravidanza. Sostanzialmente ogni donna deve poter essere libera di scegliere. L'argomentazione biologica non deve però essere utilizzata come giustificazione di decisioni prese con leggerezza. Prendersi le proprie responsabilità o affrontare conseguenze di eventi che sono accaduti indipendentemente dalla nostra volontà (come una violenza subita)è difficile e richiede grande forza.E comunque non penso che si possa cancellare un evento traumatico come una violenza solo eliminando una delle conseguenze più visibili. Quelle invisibili rimangono dentro sempre e a queste si sommerà forse anche quella provocata da un aborto.E' anche vero che la vita si riconfigura con la nascita di un figlio ed è per questo che bisogna analizzare caso per caso. Si può anche essere non pronti. Ed è per questo che sostengo il diritto di libera scelta nonostante la vita sia sempre vita anche allo stadio embrionale e anche se non si può considerarla ancora in termini di persona umana a livello biologico.

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  6. Sono d’accordo con Ilaria. A tal proposito riporto le parole di un altro premio nobel, Renato Dulbecco, il quale sosteneva, in perfetto accordo con Rita Levi Montalcini, che l’embrione è un piccolo numero di cellule indifferenziate, privo di attività cerebrali indispensabili ad interagire con l’ambiente. Dulbecco parla addirittura di insulto alla medicina quando si tratta di proibire la diagnosi precoce sugli embrioni. "Pensiamo - afferma - alla possibilità che ci offre la terapia genetica sull'embrione: prelevare qualche cellula e curare molte malattie terribili che affliggeranno il bambino e l'adulto. Senza il lavoro scientifico sull'embrione questo non sarà mai possibile. Non esprimo opinioni sulle convinzioni religiose, io mi occupo di cose medico-scientifiche".

    Paradossalmente ritengo immorale, per non dire insensato, non sfruttare le ricerche e le conoscenze scientifiche per curare malattie e, di conseguenza, per aiutare l’intera umanità. Invece di considerare gli embrioni come “serial killer”, io credo che andrebbero considerati come delle ”risorse”, in quanto veri e propri serbatoi di cellule staminali, capaci, quindi, di rigenerare in caso di malattia tutti i tessuti del corpo umano. E’ dimostrato che potrebbero essere una cura per malattie neurovegetative come l’Alzheimer e il Parkinson, per il cancro, per malattie cardiache e che potrebbero essere sfruttati anche nei trapianti di midollo, di epidermide ecc…
    Per quanto riguarda la Chiesa, in questa occasione, come nel caso dell’eutanasia e dell’aborto, essa non fa altro che diffondere sensi di colpa ed elargire giudizi morali. La ricerca scientifica spesso non trova aiuto nemmeno dalla politica… poi non ci dobbiamo meravigliare della cosiddetta fuga dei cervelli.

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    1. Condivido pienamente, soprattutto il parere sulla Chiesa e sulla diffusione di giudizi morali, molti dei quali mossi verso i credenti a priori e senza considerare, come dici tu, i vantaggi della ricerca scientifica. Probabilmente fosse stato per la Chiesa si parlerebbe ancora di Terra al centro dell'Universo.

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  7. L'embrione biologicamente è un ammasso di cellule indifferenziate,non è considerato una persona umana,noi tutti però sappiamo che proprio da questo ammasso di cellule si svilupperà una persona!
    Ogni donna deve essere libera di scegliere; l'aborto non deve essere un modo per rimediare ai propri errori ma deve essere una scelta fatta con coscienza e consapevolezza,la consapevolezza che se si sceglie questa strada una "potenziale" persona non diventerà mai una persona "umana".

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  8. Le leggi che permettono l’aborto non obbligano le donne ad abortire, né incentivano o promuovono in alcun modo il ricorso all’aborto, si limitano a rimettere alla singola persona interessata la decisione e il diritto di decidere se interrompere o meno una gravidanza.L’aborto non è un omicidio, soprattutto quando è praticato entro i primi 80 giorni, infatti è scientificamente provato che, in questo periodo, l’embrione è assolutamente inanimato, non ha attività cerebrale e nervosa.La nostra legge ha stabilito che la morte della persona umana coincide con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo, quindi prima dell’inizio di una regolare attività cerebrale,la persona umana non esiste. L’embrione è soltanto l’abbozzo organico di un potenziale futuro individuo umano.
    Non si può assolutamente forzare una donna a prestare il proprio corpo ad una gestazione contro ogni sua volontà, interesse. La legge riconosce il principio che la donazione del proprio corpo o di una sua parte,per permettere la vita di un altro, deve essere un atto spontaneo, solo e solamente la donna deve decidere.
    E' anche vero le giovani donne negli ultimi periodi usano l'aborto come se fosse una sorta di forma anticoncezionale, ma questa è un'altro aspetto e comunque sia siamo sicuri che queste giovani donne caratterizzate spesso dalla poca responsabilità siano in grado di badare a un futuro bambino oppure più semplicemente a saper gestire una gravidanza?

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  9. In linea di principio sono contraria all'aborto perchè che sia chiamato ammasso di cellule o bambino comunque si svilupperà in una vita umana che porterà gioia. Però comprendo quelle ragazze che abortiscono per paura, perchè avevano progetti totalmente diversi nella loro vita; non credo siano da condannare. Sono quindi d'accordo con Ilaria quando dice che va prima tutelata la donna e poi l'embrione! Sono del parere però che favorevoli o no prima di poter parlare con certezza bisogna vivere la situazione. Magari una persona totalmente contraria all'aborto, trovandosi incinta riconosce di non essere capace di sacrificare ciò che è frutto del suo amore (perchè credo che nella maggior parte dei casi i rapporti sessuali siano accompagnati da amore!).
    Infine è da escludere ovviamente la violenza sessuale, poichè non credo sia facile portare avanti una gravidanza non solo non voluta ma che porta con se brutti ricordi! Naturalmente ci sono donne capaci anche di questo è sono solo da stimare per il coraggio che riescono a trovare in queste situazioni!

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  10. E se il nascituro nasce in condizioni disastrose? condizioni nelle quali i genitori non possano provvedere a lui?
    Condizioni nelle quali si può ritenere che non nascendo si avrebbe avuto solo di guadagnato poiché esse comportano sofferenze inaccettabili per qualsiasi persona?
    Meglio non nascere in certi casi .
    Alcuni di questi sono : genitori incapaci e condizioni di salute tali da rendere la qualità della vita misera

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    1. A queste condizioni a volte è impossibile rimediare.
      Esperienza personale.
      Esistono diritti che tutelano la persona, diritti all'uguaglianza ma non sempre vengono rispettati.
      Se si ha una malattia rara e dei genitori terribili (vale per me) meglio non nascere

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