mercoledì 9 maggio 2012

Tratto da PARLA CON LEI: "LA VITA VEGETATIVA E' VITA?...ORMAI E' MORTA PER TUTTI E PER SE' STESSA"

Quando tocchiamo argomenti come l'eutanasia,l'aborto,fecondazione assistita,si entra inevitabilmente in un discorso etico-morale, che spesso tocca anche quello spirituale(rapporto tra etica-religione).In quanto ci poniamo il problema sul "senso della vita o del significato dell'esistenza". Ognuno di noi ha una sua concezione di vita c'è chi pensa che la morte dell'individuo comporti la fine dell'esistenza, c'è invece chi pensa che la morte dell'individuo sia un passaggio ad un nuovo tipo di esistenza. In questo film che ho visto, c'è un personaggio particolare(benino),che sostiene che parlare con una persona che si trova in situazione di coma vegetativo sia produttivo.Per quanto mi riguarda penso,che non bisognerebbe mai abbandonare una persona che si trova in situazioni drammatiche, che sia paralizzata per  l'80/90 % del corpo, che sia in coma,in stato vegetativo. Poichè entra in gioco proprio il fattore etico, anche se giudicare senza essere coinvolti è difficile.E' vero anche che gli studi che si sono fatti e che sono ancora in fase di ricerca non danno certezze in merito, nonostante quello che possano testimoniare le persone che sono uscite dallo stato di coma. Penso che entrino in gioco troppi fattori, lo sconforto, la sfiducia non è facile sopportare queste situazioni. Ho sentito troppo spesso dire " era meglio fosse morto,ma non in questo stato". Lì dove finisce il significato dell'esistenza??? Ancora mi pongo tante domande in merito a questi argomenti, sarebbe un pò superficiale da parte nostra dire si è meglio morire o è meglio che viva,nonostante tutto. E' vero saremo dei futuri biotecnologi e biologi saremo chiamati spesso a porci interrogativi del genere a cui dovremo dare una risposta,ma la risposta per quanto mi riguarda ancora non c'è e soprattutto non ce n'è  una giusta. Ciò che è giusto per la scienza probabilmente sarà sbagliato per la religione e viceversa, ciò che è "giusto" per il malato sarà "sbagliato" per chi gli sta intorno o viceversa. Vorrei solo sottolineare che di VITA ne abbiamo una, è il senso e il prezzo che dovremmo darle dovrebbe essere INTENSO e ALTISSIMO, perchè di quello che verrà non c'è certezza.

6 commenti:

  1. "Saremo chiamati spesso a porci interrogativi del genere a cui dovremo dare una risposta,ma la risposta per quanto mi riguarda ancora non c'è e soprattutto non ce n'è una giusta. Ciò che è giusto per la scienza probabilmente sarà sbagliato per la religione e viceversa, ciò che è "giusto" per il malato sarà "sbagliato" per chi gli sta intorno o viceversa" mi ha colpito molto questa tua riflessione. E in gran parte concordo con il tuo ragionamento...Riflettendo su questi temi anche io mi sono posta molte domande a cui non so dare una risposta.

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  2. Grazie davvero per aver lasciato questo tuo commento al mio intervento =) sono contenta che ti abbia colpito questa parte era quella infatti su cui volevo porre l'accento =) bhe sono sempre temi delicati credo sia giusto rifletterci bene prima di dare dei pareri=)a presto e grazie ancora =)

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  3. E' un intervento che penso rispecchi quella che dovrebbe essere una buona mentalità scientifica.. nel senso che non esiste nulla di assoluto in queste situazioni. La relatività, la soggettività sono ciò che fanno da padrone in questi casi. Però penso che interrogarsi, avere dei dubbi voglia dire voler trovare una soluzione. Le soluzioni nascono dai dubbi, nascondo dalle domande e nascono soprattutto dal confronto. Come hai giustamente scritto ciò che è giusto per la religione forse non sarà giusto per la scienza cioè che è giusto per una delle due non sarà giusto per il malato.. ma il confronto, il cercare un punto d'incontro il creare una discussione penso potrebbe aiutarci a trovare non una risposta assoluta ma sicuramente un modo per affrontare al meglio queste situazioni.

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    1. E' vero il confronto,l'interrogarsi, i dubbi sono alla base della ricerca scientifica e delle soluzioni a questi problemi grazie per il commento =)

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  4. Le vostre riflessioni mi fanno apprezzare quello che Assunta dice principalmente alla fine:
    "Vorrei solo sottolineare che di VITA ne abbiamo una, e il senso e il prezzo che dovremmo darle dovrebbe essere INTENSO e ALTISSIMO."
    Spesso il senso della vita viene a mancare perché si pensa che le domande che ci poniamo non abbiano le giuste risposte.
    La vita è una, è vero. Ma l'esperienza è di tutti.
    Ed è proprio dal confronto che dobbiamo trovare il senso dell'esistenza. Questo implica che l'unica certezza che possiamo avere è che ad ogni domanda successiva, che affronteremo nel futuro, saremo più consapevoli e istruiti nel rispondere. La risposta standard quindi non c'è. Non ci può essere. Ma se una risposta va data allora non è altro che l'esperienza.

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    1. Mi trovo d'accordo con quello che hai scritto il confronto può essere una chiave per trovare il senso dell'esistenza =)ed è bello e stimolante trovare questi commenti al mio intervento ne sono davvero felice grazie =)

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