giovedì 24 maggio 2012

RIFLESSIONI SULLA "SPETTACOLARIZZAZIONE" DELLA CRUDELTA'





La lettura dell'articolo 12 del Codice Deontologico Della Federazione Italiana Dei Biotecnologi intitolato "Sperimentazione sull'animale" ha fornito lo spunto per discutere sulla tendenza intrinseca e innata che l'essere umano possiede nel provare "piacere" nell'infliggere dolore e, soprattutto a spettacolizzarlo.
Dall’articolo emerge la responsabilità etica attribuita allo sperimentatore che deve improntare la sua ricerca a finalità prettamente scientifiche e soprattutto deve condurre la sperimentazione con mezzi idonei ed evitare ogni inutile sofferenza dell’animale. A partire da queste affermazioni è possibile percorrere un lungo elenco di episodi che costituiscono e sono di fatto l’espressione della VIOLAZIONE di tale norma . Oltre a sottolineare il divario che c’è tra formulazione della legge e messa in atto della stessa , vorrei ampliare il discorso sulla natura istintiva, sulla spinta pulsionale che l’essere umano possiede nel far emergere la propria crudeltà non solo nei confronti degli animali (nello specifico attraverso il loro utilizzo per sperimentazioni INUTILI) ma anche verso gli altri suoi simili. Riferimenti e testimonianze di questa crudeltà si ritrovano in molti episodi di stragi, rituali e guerre dei tempi passati ma anche purtroppo in fatti di cronaca dei nostri tempi che continuamente vengono messi in risalto dai mass-media. L’infanticidio di Cogne, l’episodio di Avetrana, la strage di Erba, e potrei continuare forse per ore a citarne altri, non sono nient’altro che una strumentalizzazione della cronaca e dell’informazione che, piuttosto che essere utilizzati a scopo meramente informativo ,sono divenuti casi mediatici atti a destare scalpore e ad alzare gli ascolti di molti programmi altrimenti poco seguiti. Questo non è “sceneggiare” il dolore e le sofferenze altrui? Si prova davvero  piacere a infliggere male, a guardare il dolore provato dagli altri? Mi chiedo come possa essere completamente messa a nudo, smascherata la cattiveria dell’uomo, il quale arriva addirittura a provare indifferenza per le malattie , per le condizioni di sofferenza che affliggono gli altri ; se infatti non riusciamo a provare un sentimento di pietà nei confronti del nostro prossimo, riusciremo mai a evitare il male che facciamo a noi stessi?

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