mercoledì 9 maggio 2012

Si può ancora definire persona?

"Quando una persona è in come vegetativo permanente può essere definita ancora una persona?".Io penso di si. La mia opinione scaturisce da alcuni studi che sta facendo il dottore Dolce.Per molti anni si è pensato che le persone in stato vegetativo non percepiscono ciò che gli succede intorno e, che i movimenti che essi compiono sono dei movimenti involontari.Invece il dottore Dolce con il suo progetto che ha chiamato "effetto mamma" è riuscito a dimostrare che le persone in stato vegetativo riescono a percepire tutto quello che gli viene detto e, che i loro movimenti sono dovuti ad uno stato emotivo che gli viene provocato dal suono di una voce cara,come per esempio la mamma.Infatti lui grazie al supporto dell'ospadale Sant'Anna di Crotone è riuscito a far monitirare 24ore su 24 dei pazienti permettendogli cosi di tornate a casa,perchè secondo lui avere un ambiente famigliare intorno può far star meglio il paziente.Questo è stato testimoniato anche in un programma televisivo da un ragazzo che si è svegliato dopo anni di coma, il quale raccontava che anche quando era in coma riusciva a percepire la voce della mamma che parlava.Io penso che indipendentemente dallo stato in cui ci troviamo tutti abbiamo il diritto di essere definite persone.

4 commenti:

  1. Concordo pienamente con te raffaele quando dici:”Io penso che indipendentemente dallo stato in cui ci troviamo tutti abbiamo il diritto di essere definite persone” ,e credo che sia proprio questo(considerarle persone)a tenerle in vita,a mantenere un rapporto con il mondo esterno con cui non riescono a comunicare.
    E questa dimostrazione è data nel film “parla con lei” di pedro almodovar, dove appunto vediamo la situazione drammatica di due donne entrambe in coma, Alicia e Lydia,e la vita di due uomini vicini a loro, Benigno e Marco.Per chi non avesse visto il film, Benigno è un infermiere che si prende cura giorno e notte di Alice, ed è segretamente innamorato di lei!Marco è il compagno di Lydia. I due uomini si incontrano in ospedale e subito possiamo notare il paragone tra i due: Benigno che si prende cura della “propria donna”, parlandole continuamente, raccontandole i film muti che vede per lei, i balletti di danza classica,”vivendo la vita per lei”, prendendosi cura del suo corpo; non svolge solo il suo compito di infermiere ma va oltre!Certo il motivo è anche perché ne era innamorato e risulta un uomo molto sensibile e “solo”(infatti alla fine arriva all’estremo,mettendola incinta) però rispecchia il comportamento che si dovrebbe avere nei confronti del malato, per farlo sentire ancora vivo, parte della vita terrena,parte della sua vita! Invece Marco ha paura di parlare con la sua compagna..perchè crede che non lo possa sentire!Ecco un pezzo del film che mi ha colpita di cui ,però, non sono riuscita a trovare lo spezzone su you tube (ma se avete il film questo pezzo si trova al min54.40):
    Benigno”Nei giorni liberi ho cominciato ad andare ai balletti, vado pure alla cineteca, vedo tutto il cinema muto che posso, quello tedesco ,quello americano, quello italiano..tutto!Poi le racconto tutto quello che ho visto!Questi ultimi 4 anni sono stati i più belli della mia vita,a occuparmi di alicia, a fare tutto quello che le piaceva fare ..tranne viaggiare certo”
    Marco“A me capita il contrario con lydia…non sono capace si toccarla..non riconosco il suo corpo..sono incapace perfino di aiutare le infermiere quando nel letto le cambiano posizione…e mi sento molto meschino”
    Benigno “parli con lei, glielo racconti!”
    Marco“si mi piacerebbe ma lei non può sentirmi!”
    Benigno“Coma mai è cosi sicuro che non ci sentano?”
    Marco“Perché il suo cervello è spento Benigno..”
    “il cervello di una donna è un mistero e in questo stato lo è di più!Le donne bisogna tenerle in considerazione,parlare con loro, avere un pensierino di tanto in tanto,accarezzarle spesso,ricordare che esistono ,che sono vive..e che x noi contano..questa è l unica terapia..glielo dico per esperienza!”
    Io credo che in questo modo il film ci dia un bel messaggio: che le parole e la dimostrazione di affetto verso l’altro hanno un’importanza fondamentale non solo verso le persone che ci stanno accanto ma anche verso chi “non può ascoltare”!E, come si vede nel film,hanno un effetto positivo su Alicia ,che alla fine si risveglia ,e mi piace credere che siano state proprio le amorevoli cure che Benigno ha riversato nei suoi confronti ,la sua forte credenza nella possibilità di comunicare con lei,anche se nel suo stato,a farla risvegliare!
    Io personalmente non ho avuto esperienze dirette e non sono un medico o un esperto per dire alcunchè…però mi fa piacere pensare che chi si ritrova in uno stato vegetativo possa essere cosciente di ciò che accade attorno a se e che riesca a percepire le persone amate attorno a se e a dargli forza per resistere!

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  2. Anche a mio avviso i soggetti in stato vegetativo sono PERSONE...e mi piace pensare che possano ascoltare le voce delle persone care. Mi chiedo: quanto sarebbe doloroso (se così fosse) non poter "rispondere" a questo amore? O comunque la consapevolezza di essere amati può far attenuare le sofferenze di queste persone? Si può dare risposta univoca a queste domande? LE PERSONE IN QUESTO STATO PROVANO TUTTE LE STESSE EMOZIONI? NE PROVANO? Non è facile rispondere e le domande si accavallano!!!

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  3. La tua domanda, così come le molteplici domande di Ilaria, penso siano domande a cui si possa rispondere solo attraverso sensazioni e speranze di ognuno di noi. Non esiste oggettività nel dare risposta a una domanda del genere. Personalmente credo che anche un minimo di capacità di percepire le sensazioni o l'ambiente circostante rimanga anche alle persona in stato vegetativo. Questo pensiero mi fa fare un'ulteriore riflessione sul fatto che è importante che le persone vicine al malato dovrebbero avere tutte questa speranza, che alla fine può essere anche soltanto un illusione. Perchè? Perchè vedo questa speranza come una sorta di energia, di carburante che dovrebbe permettere a queste persone di avere la forza di stare vicino al malato anche con semplici parole, racconti, con piccoli gesti "univoci" e questa stessa speranza dovrebbe fungere da frano per quanti in queste circostanze credano di non riuscire a sostenere la situazione e vogliano abbandonare la persona che hanno amato e da cui erano amate.

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  4. Anch'io credo che i pazienti in stato vegetativo possano essere considerati persone. Anzi è più corretto dire DEVONO essere considerati tali, perchè come ognuno di noi hanno vissuto ogni tipo di esperienza e hanno provato qualsiasi tipo di emozione. Quelle stesse emozioni che, è pur vero, non siamo in grado di poter quantificare. Ho letto più volte alcuni articoli in cui veniva evidenziato il fatto che una persona in stato vegetativo perde completamente la consapevolezza dell'ambiente intorno a sè. E allora mi domando solo il tempo è la vera medicina in questi casi? Personalmente penso di no. Le emozioni, le sensazioni che un ambiente può dare sono importanti. Perchè un minimo di capacità rimane, sono d'accordo con Annamaria.
    Ed è questa minima capacità che può fare la differenza, allora è anche necessaria la speranza. E come diceva il fisico Albert Schweitzer la rinascita deve essere considerata come la prima affermazione dell'uomo.
    E rnascita in questi casi può essere anche sinonimo di provare emozioni.

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