sabato 5 maggio 2012

Mare Dentro:vivere è un diritto non un obbligo

Concordo pienamente con Ilaria con quello che scrive nel post, Vorrei ,però ,porre una riflessione sulle ultime sue parole quando dice:"La vita è correlata solamente al movimento fisico o è possibile vivere comunque, se consapevoli di essere ancora amati?mi chiedevo semplicemente se in molti casi la sofferenza non sia dovuta solamente alla malattia in sè e alle limitazioni fisiche, ma anche alla mancanza di affetto, che potrebbe essere colmata attraverso maggiori attenzioni"!
Credo che una risposta possa essere trovata nel film"Mare dentro":la risposta che a volte neanche l'amore, l'affetto delle persone care possano alleviare la sofferenza di un malato terminale.Certo nel caso della protagonista dei million dollar baby, la famiglia non aveva certo dimostrato molto "affetto " verso la protagonista ma comunque lei poteva contare sull'affetto del suo allenatore..non era rimasta sola..ma evidentemente questo non bastava...e ha deciso comunque di porre fine alla sua "vita"!
In "Mare dentro", invece, abbiamo un protagonista che ,per tanti anni,è obbligato a rimanere immobile su un letto, che ha perso completamente  la propria autonomia, la propria libertà, che è obbligato a dipendere da altre persone per il resto della sua vita, non può più fare una semplice passeggiata sul mare,affronta ogni nuovo giorno con un pizzico di ironia,mascherando la sofferenza e il dolore che tiene dentro di se; ma arriva ad un certo punto in cui non riesce più ad andare avanti, nonostante la famiglia e le persone che gli vogliono bene gli stiano vicino; questo è successo a Ramon Sanpedro ,protagonista del film,amato e accudito dalla sua famiglia fino alla fine!Egli aveva una nuora straordinaria, che si prendeva cura di lui come se fosse "un figlio";un fratello , che nonostante fosse contrario al suo desiderio di morire, dimostrava di volergli un gran bene, ospitandolo in casa propria,prendendosi continuamente cura di lui;un nipote e un padre che "s’industriavano a realizzare piccoli strumenti meccanici per rendere più facile la sua vita immobile".Oltre alla famiglia, ci sono state anche molte "donne" che gli dimostravano il proprio affetto ,ma nonostante tutto  egli aveva deciso di porre fine alla sua" non vita" e il discorso finale del film chiarisce il perchè:




“Signori giudici, autorità politiche e religiose,che significa per voi la dignità?Qualunque sia la risposta delle vostre coscienze sappiate che per  me questo non è vivere con dignità..io avrei desiderato almeno morire con dignità!Oggi stanco dell’indifferenza delle istituzioni, sono obbligato a farlo di nascosto ,come un criminale. Voi dovete sapere che la meccanica che porterà alla mia morte è stata scrupolosamente suddivisa in piccole azioni ,ognuna delle quali non costituisce reato, ognuna compiuta da una diversa mano amica. Se comunque lo Stato insiste a punire chi mi ha aiutato, io suggerisco il taglio di quella mano ,perché  quello è stato l unico contributo;la testa, o meglio, la coscienza l’ ho messa io! Come potete vedere vicino a me c’è un  bicchiere d‘acqua che contiene una dose di cianuro di potassio;una volta bevuta avrò cessato di vivere ,rinunciando al mio bene più prezioso :il mio corpo!Io ritengo che vivere sia un diritto non un obbligo ,come è stato nel mio caso, costretto a sopportare questa penosa situazione durata 28 anni 4 mesi e alcuni giorni; alla fine di qst periodo faccio un bilancio del cammino percorso e non mi tornano i conti con la felicità, solo il tempo che ho vissuto contro la mia volontà durato quasi tutta la vita ,sarà, a partire da ora,mio alleato!Solo il tempo e la rivoluzione delle coscienze decideranno un giorno se la mia richiesta era ragionevole o no.”

Dopo avere lottato per tanto tempo per ottenere il “suo diritto alla morte”, Ramon decide di porre fine alla sua vita indipendentemente da ciò che la società pensa e ritiene giusto.
Io credo che Ramon sia arrivato in  un momento in cui ,non potendo fare quello che la gente normale fa, fare una passeggiata sulla spiaggia, fare una semplice carezza ad una persona cara, era privato di una parte della vita(certo non è solo quello "vita");era stanco della sua "non vita" che lo privava della sua dignità di uomo, di persona;si nota nel film che questa sofferenza interiore  cresceva sempre più in lui da non  poter essere colmata da niente,neanche dall' amore!Aveva pure trovato l amore di due donne, prima Julia e poi Rosa,ma nonostante ciò ,la morte per lui risultava l 'unica soluzione per la fine di tutto quel dolore,la morte era  diventata quasi un'ossessione!Evidentemente tutto ciò non riusciva a renderlo abbastanza felice e non riusciva ad aiutarlo ad oltrepassare la sofferenza che lo accompagnava giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto! La cosa più terribile per Ramon era stata la "Perdita della propria dignità ",ed  è stata questa a portare alla sua scelta finale!
IO personalmente sono favorevole all'eutanasia, credo che vorrei avere la possibilià di scegliere se continuare la mia "non vita" o no.Certo bisogna sempre trovarsi nella situazione...però sicuramente vorrei poter scegliere ed essere libera di farlo!!

5 commenti:

  1. Ale hai perfettamente ragione!!Secondo me noi siamo i padroni della nostra vita, e la LIBERTA' di poter scegliere se in questi casi continuare a vivere o no è fondamentale..tenere in vita per forza queste persone solo perchè staccargli la spina vuol dire privarci per sempre di loro per me è da egoisti..sicuramente per chi sta sempre a contatto con una persona che richiede l'eutanasia è molto dura accettarlo, però bisogna rispettare le scelte altrui, soprattutto in questi casi!! A me ha colpito moltissimo la scena in cui Ramon chiude gli occhi e immagina di poter volare, di poter fare una semplice passeggiata sulla spiaggia e incontrare la donna di cui si è innamorato, sapendo di non poterla mai amare davvero perchè non avrebbe potuto dargli nulla..per Ramon la vita era diventata sofferenza..non dolore fisiologico, ma dolore interno..una condizione emotiva che trascende dal dolore fisico.."ucciderlo" per lui è stata una liberazione..una liberazione dalle sofferenze e dalle atrocità che la vita gli aveva offerto..io sono super favorevole all'eutanasia!!

    RispondiElimina
  2. Ale grazie per la risposta e per le tue riflessioni...questo film purtroppo non l'ho visto, ma lo racconti in modo esauriente :) Ho notato, comunque, che la maggior parte di noi è favorevole all'eutanasia, motivandola con la giustissima convinzione che ognuno è padrone della propria vita; tutti, inoltre, concordiamo nell'affermare che bisognerebbe trovarsi nella situazione per poter veramente capire la sofferenza di queste persone. E' difficile, veramente difficile. Ma chi più di queste persone è capace di capire e di decidere quando,dove,perchè e come smettere di soffrire? Smettere di soffrire, non di vivere...Perchè ,come sottolinei anche tu, la loro è già una "non vita". Ne sono consapevoli e GRIDANO il proprio dolore, la propria richiesta d'aiuto. Perchè non ascoltarli? Sarebbe un gesto egoista da parte dei familiari (come sottolinea Roberta) ed una crudeltà da parte del resto della società.

    RispondiElimina
  3. sono molto d accordo con Alebiotech. A tal proposito infatti,vorrei aggiungere che in questo film si possono rintracciare due atteggiamenti di fondo(atteggiamenti tra l altro che sono alla base delle diverse argomentazioni bioetiche):
    L'ETICA DELLA SACRALITA' DELLA VITA : (riscontrata nel Prete,nel fratello di Ramon) secondo la quale la vita è un bene assoluto,inviolabile e intoccabile,che va difeso incondizionatamente.Questo tipo di etica pone la vita umana al di sopra del dell'autonomia del volere dei soggetti e solitamente il PRINCIPIO DELLA SACRALITA' è giustificato sulla base di una dottrina religiosa. Dall altra parte abbiamo invece,L'ETICA DELLA QUALITA' DELLA VITA dove non si parte da un DOGMA morale,ma è volta ad analizzare caso per caso,per mezzo della ragione,cosa sia meglio fare.
    Per chi CREDE,la FEDE viene prima della scienza.La fede afferma che tutto è nelle mani di Dio ,la scienza,al contrario,afferma che tutto è nelle mani dell'uomo(in questo caso il medico).
    Le frasi del film che più mi hanno colpito sono:
    "QUANDO UNA PERSONA DIPENDE COSTANTEMENTE DAGLI ALTRI IMPARA A PIANGERE DENTRO"
    "SE VUOI ESSERE MIA AMICA DEVI INIZIARE A RISPETTARE LE MIE DECISIONI"
    "IL FUTURO PER ME E' LA MORTE"

    Poi c e un piccolo spezzone dove il fratello di Ramon rimprovera il figlio per aver partecipato ad una discussione dell avvocato sulla causa dell eutanasia dello zio "LO SAI CHE SUCCEDE SE VINCONO LA CAUSA?CHE TUO ZIO MUORE E NON LO VEDI PIU'" In questa frase si nota l'EGOISMO, che forse in queste occasioni verrebbe a tutti:il non accettare il volere di una persona cara per evitare di SOFFRIRE,il tenerle a tutti i costi LEGATI A NOI.


    Per quanto mi riguarda vi sono contraddizioni da parte della Chiesa,perchè se tutto è nelle mani di Dio,mantenere in vita a tutti i costi un malato terminale,o persone affette da malattie degenerative,non vuol dire ANDARE CONTRO IL VOLERE DI DIO?Non è strano che sia la FEDE a chiedere che la SCIENZA continui a mantenere in vita una persona che altrimenti morirebbe?

    RispondiElimina
  4. "Mare dentro" , una storia molto forte e coomovente,una storia che ti lascia dentro qualcosa di indescrivibile.
    A me ha colpito,molto,l'immaginazione che Ramon, usa per vivere molteplici sensazioni,che per un attimo lo fanno sentire diverso.In secondo luogo,il modo in cui Ramon affronta tutti per ,convincerli ,di quanto,per lui sia importante l'eutanasia.
    Infatti,Ramon,dopo 28 anni vissuti in questo modo, tenta una battaglia legale nei confronti del governo spagnolo per ottenere il diritto all'eutanasia. Viene così a trovarsi al centro di un caso mediatico, che divampa fra quanti sono favorevoli alla sua richiesta e quanti la osteggiano, per motivi etici. Sostiene, anche una discussione ,con un prete anch'egli tetraplegico venuto in casa sua per parlargli e convincerlo a desistere dai suoi propositi; fra i dialoghi fra i due, vi è il botta e risposta per cui mentre il religioso sostiene che "una libertà che elimina la vita non è una libertà", per Ramon "una vita che elimina la libertà non è vita". Ecco è su quest'ultima frase di Ramon, che bisogna riflettere per comprendere realmente la sofferenza che si prova quando si è in questo stato,e quanto veramente la "vita"in questo stato non è vita.E questa storia,cosi,come altre storie simili,hanno confermato il mio pensiero,cioè di essere super favorevole all'eutanasia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Può nascere un bel dibattito dal dialogo che riporti.
      Libertà che elimina la vita o vita che elimina la libertà.
      Tra le due cos'è più importante? Chi ha davvero valore sull'altra?

      Elimina