giovedì 24 maggio 2012

L'ignoranza come cautela!

L'uomo nella sua essenza è " ESSERE PER LA MORTE!"....
Sappiamo bene quale sarà l'ultima nostra tappa, ma per fortuna nessuno ci avviserà quando l'avremo quasi raggiunta! Viviamo col pensare che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo e forse questo ci aiuta a fare del nostro meglio e a vivere la vita in pieno!
Ma io mi chiedo se avessimo la certezza che quel giorno fosse veramente il nostro ultimo giorno, cosa saremmo disposti a fare?  Se avessimo davvero un orologio "Biologico" capace di scandire secondo per secondo, minuto per minuto il nostro ultimo giorno, avvisandoci col passare del tempo che siamo arrivati alla "Fine" .........
Se avessimo l'opportunità sceglieremmo di sapere oppure ci accontenteremmo di vivere giorno per giorno nell'incognita come facciamo!





8 commenti:

  1. Ho preso anch'io visione del film "In Time". Mi ha colpito molto e ho fatto anch'io un intervento a riguardo, alcune pagine fa, anche se il mio era più incentrato su un uso adeguato delle conoscenze scientifiche, come bene comunitario e non "destinato a pochi eletti".

    Personalmente ho sempre pensato che sia meglio una dura verità piuttosto che vivere nel dubbio dell'incertezza, ma ovviamente questa considerazione ha i suoi limiti, e penso vada riconsiderata, soprattutto quando tale verità può mirare seriamente la nostra tranquillità e porci nella condizione di non vivere più serenamente quel che sappiamo "esserci rimasto" della nostra esistenza.

    Un altro esempio, magari non altrettanto radicale, è il sapere di essere positivi o estremamente predisposti a qualche tipo di patologia: chi scopre di essere siero-positivo o affetto da tumore non riesce più a godere serenamente della propria esistenza, e si vede costretto suo malgrado a riconfigurarla, lui stesso come i suoi cari.

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  2. Ho visto anch'io il film e in proposito penso che sia meglio mantenere il "diritto all'ignoranza". Sapere con esattezza il giorno in cui moriremo vorrebbe dire vivere la propria vita con un peso troppo grande sulle spalle, e per poter sopportare un consapevolezza simile penso serva una grande grande forza e una grande maturità che secondo me non sarà mai possibile raggiungere. Nel film per recuperare tempo bisognava farselo cedere o rubarlo uccidendo la persona.. quanti sarebbero disposti ad uccidere pur di non morire? La morte di un altro sarebbe vista come una sorta di pietra filosofale che allunga la vita.. Questo è un esempio estremo di come a volte il diritto all'ignoranza sia un bene.. anche se da scienziati lavoriamo per la conoscenza. (altra dimostrazione di come tutto nella nostra realtà sia relativo)

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  3. Penso che sia difficile scegliere tra il diritto all'ignoranza e la conoscenza di una cruda verità. L'esempio posto da Tiziana, il caso della scoperta di una grave malattia è proprio adatto , secondo me, nell'aiutarci a schierarci da una parte piuttosto che dall'altra. Io personalmente, infatti, preferirei non sconvolgere la mia vita o quella della mia famiglia se si venisse a scoprire,tramite analisi diagnostiche particolari, che sono affetta da una patologia incurabile. Faccio questa affermazione forse perchè non mi trovo nella situazione reale, tuttavia penso che venire a conoscenza di una notizia del genere mi "ucciderebbe" ancor prima a livello psicologico e provocherebbe dei cambiamenti in senso negativo nel mio normale modo di vivere, causando degli sconvolgimenti anche a coloro che si preoccupano per me. Probabilmente la facoltà dell'incertezza è una sorta di scudo che può "salvarci" dalla paura e dalla mancanza di coraggio che dimostriamo in molte situazioni e occasioni della vita.

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  4. Essere a conoscenza di avere una malattia oppure di dover morire un determinato giorno sconvolgerebbe la vita anche a me e a tutti i miei cari..preferisco vivere nella piena ignoranza in questo caso!!anche se allo stesso tempo sapere di avere una patologia potrebbe essere un grande aiuto in quanto si potrebbe ricorrere al piu' presto ai ripari, se si tratta di una malattia curabile..in caso di malattia cronica pero', come sostiene Anna, morirei psicologicamente..ma non possiamo sapere cosa ci verra' riscontrato, per cui preferisco restare nella mia ignoranza!!

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  5. Anch'io parteggio per il diritto all'ignoranza, anche se come dice Annamaria ci troviamo nella posizione di lavorare per la conoscenza.
    Sapere il girono certo della nostra morte potrebbe portare principalmente ad un crollo pcisologico, è vero. Ma potrebbe verificarsi, secondo me,anche un'altra situazione: la passività completa nei confronti del'esistenza. Esattamente il contrario di quello che avviene nel film "In time".
    Sapere il giorno e l'ora esatta della nostra morte potrebbe indurre chiunque a sedersi ed aspettare. Aspettare quel momento, perchè tanto è lì pronto. Segnato. E allora avrebbe un senso la vita? Lo perderebbe per una certezza in più. Avrebbe senso essere a conoscenza con troppa precisione del nostro fine ultimo?
    Personalmente sceglierei di non sapere.
    Sapere in questo caso non aiuterebbe a vivere.

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  6. questa è una domanda a cui è difficile rispondere..certo tutti preferiremmo rimanere nell' ignoranza di ciò che ci potrebbe accadere...però credo che sapere quando la nostra vita avrà fine ci potrebbe anche aiutare a godere in pieno della nostra vita fino al nostro tempo limite!quante volte viviamo una vita passiva, in cui tante cose ci è vietato fare, in cui non troviamo il coraggio di fare...quante cose rimandiamo al domani ..e poi ancora al giorno dopo...fino a non farlo?forse conoscere la data della nostra fine potrebbe aiutarci a vivere appieno la nostra vita...facendo quello che veramente vogliamo fare...e non quello che gli altri ci impongono...ed essere veramente felici...a godere di ogni piccola cosa...di un sorriso...di una carezza...di una risata...di una bella giornata soleggiata!come disse lorenzo de medici:"chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza";)

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  7. Io penso che il "diritto all'ignoranza" vada comunque messo in relazione alla situazione. A mio avviso è un diritto (ed un bene) non sapere esattamente il giorno della nostra morte, per far si che la nostra vita sia vissuta senza nessun condizionamento; tuttavia, personalmente, vorrei sapere di avere una grave patologia, proprio per apprezzare ogni secondo della mia vita (come sottolinea Alessandra). In parole povere, non vorrei mai vedere la società che si prefigura nel film, con un "orologio biologico", che, ogni secondo, mi ricordi quanto mi resta da vivere ( e mi potrebbe spingere, come afferma Annamaria, anche a gesti di violenza); allo stesso tempo, però, è doveroso il diritto a conoscere le proprie condizioni di salute, proprio per apprezzare ogni secondo della propria esistenza!

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  8. Anche io ho visto il film In Time ed è davvero un bel film... sono rimasta colpita dall'ansia che suscita l'orologio vitale nella vita dei protagonisti infatti a questo proposito mi viene da pensare che non è il modo migliore per vivere, sapere quanto manca "all'azzeramento". Però sono d'accordo con Ilaria a pensare che sia giusto conoscere le proprie condizioni di salute.

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