domenica 13 maggio 2012

Quale sarà il nostro "nuovo mondo " ?

Leggendo il libro "Il mondo nuovo" sono rimasta colpita per il modo in cui viene descritta società, una società il cui motto è  "Comunità, Identità, Stabilità". La nuova società è basata sui principi della produzione di massa, che viene applicata alla riproduzione umana; infatti gli embrioni vengono fatti crescere in apposite fabbriche. Ai giovani vengono insegnate pratiche di contraccezione per impedire le nascite naturali e per rimediare alla loro infelicità viene loro somministrato il cosiddetto "soma", una droga che li rendi euforici, garantendo in tal modo un maggiore controllo della popolazione. Sotto molti aspetti la società di Huxely può essere considerata utopica in quanto gli individui sono liberi mentalmente da ogni preoccupazione, ma nello stesso tempo tale condizione utopica puo diventare negativa, perché vengono a mancare quelli che sono i valori veri della vita quali:l'amore, la famiglia, la cultura, la religione. Si può capire la sterilità di tale società dall'arrivo del "selvaggio" John, un ragazzo nato nella riserva da due cittadini di questo mondo nuovo e quindi considerato un errore di contraccezione e sua madre si era smarrita ed era stata dimenticata li'. John era cresciuto secondo i principi della riserva, del loro stile di vita e di una cultura e religione degli Zuni. Una volta uscito dalla riserva ed "entrato" in questa società egli percepisce che si tratta di una società artefatta.
Come è possibile vivere in questa società ? Una società che deve manipolare la felicità dei suoi cittadini e dove gli stessi sentimenti vengono inibiti?? Ed soprattutto è possibile che tale modello di società (che, a mio parere, è orribile) venga introdotto nel mondo in cui viviamo? O magari l'uomo riuscirà ad andare oltre a tale mentalità e riuscirà a costruire una società migliore da tutti i punti di vista ?

6 commenti:

  1. Ila purtroppo questo Nuovo Mondo non lo vedo molto lontano dal nostro. Ad ogni modo il libro è affascinante e spaventoso allo stesso tempo: ci prospetta una società fredda e organizzata, incapace, ai nostri occhi, di rendersi conto di essere condizionata sin dal concepimento( o meglio dire fecondazione). Mi sono chiesta: e se anche noi fossimo condizionati? Come potremmo renderci conto di ciò? Conoscevo a grandi linee la trama del libro, ma devo ammettere che, leggendolo, tra i tanti messaggi, quello che più mi ha colpito è che non esiste una NORMALITA'. La nostra concezione di normalità e di giustizia ci è dettata dalla società in cui viviamo.

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  2. Ragazzi scusate ma ho avuto dei problemi per quanto riguarda la scrittura del mio post ...comunque Ila hai ragione il libro è stato davvero affascinante, infatti mentre lo leggevo avevo sempre di più la curiosità e la voglia di vedere come andava a finire. Quello che dici è giustissimo, io penso che se noi fossimo condizionati ad adattarci, fin dalla nascita, alla società in cui viviamo di certo per noi sarebbe tutto normale e non ci chiederemmo nemmeno il perché delle cose che ci circondano proprio come i cittadini del "mondo nuovo".Quello che mi ha colpito è che non esistono gli ideali come la famiglia,l'amore,la religione,ma piuttosto sono dediti al lavoro per poter "costruire" al meglio la società senza commettere errori.E tutto ciò lo possiamo riscontrare dal fatto che lo stesso John, una volta catapultato in quella realtà, si rende conto lui stesso di come quel mondo sia forzato, innaturale e sofisticato.

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  3. ragazzi l'autore è da ammirare per molti aspetti il primo e più importante è ke ha scritto il libro e si è rifatto ad una società futura ke nel 1945 nn era immaginabile ...e la cosa è più sorprendente se si vedono i tempi moderni ...io nn so se la società futura sarà cosi spero di no perchè quello ke si coglie tra le righe del libro è ke si parla di una società priva di sentimento basata solo sulla ragione ...c'è ki pensa ke questo crei un mondo perfetto ...ma secondo me un modo razionale nn vale uno UMANO

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  4. Anche a me leggere il mondo nuovo ha colpito molto. Anzi a dirla tutta leggendolo per la prima volta, pur conoscendo a grandi linee la trama, ero rimasta sconcertata dal modo in cui era scritto e dai concetti che emergevano. Come dice giustamente Ilaria a fine libro una domanda sorge spontanea "Cos'è la normalità? Possiamo parlare di normalità?". Altra riflessione è che leggendo molti aspetti possono essere comparati, anche se nel libro sono estremizzati, con alcune caratteristiche della nostra società. Chi di noi può dire di non essere condizionato da ciò che ci circonda? Giornali, tv e chi più ne ha più ne metta.


    “Perché un’idea generale dovevano pure averla, per compiere il loro lavoro intelligentemente; e tuttavia era meglio che ne avessero il meno possibile, se dovevano riuscire più tardi buoni e felici membri della società. Perché come tutti sanno i particolari portano alla virtù e alla felicità; mentre le generalità sono, dal punto di vista intellettuale dei mali inevitabili."

    Questo pezzo del libro penso sia emblematico pensando a come anche oggi spesso sembra ci vogliano semplicemente "buoni e felici membri della società" e come sottolinea Ferdinando lascia senza parole che un uomo del 1945 avesse già previsto con spaventosa precisione tutto questo.

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  5. Quello che Huxley ci propone nel "mondo nuovo" oggi non è poi così nuovo. E questo mondo non è neanche così lontano.
    Vengono a mancare tutti i tipi di valore. E allora quell'apparente fuga da ogni cosa negativa può ritenersi davvero libertà?
    Può ritenersi nuovo un mondo senza valori? Un mondo che cerca la fuga e non affronta i problemi?
    Un mondo che come avete ben detto ci condiziona in buona parte?

    Sono d'accordo con Ferdinando:un mondo privo di sentimenti e fondato solo sulla razionalità non può valere un mondo umano. Non può valere un mondo dove la felicità, come dice lo stesso John , "non è mai grandiosa"; dove la felicità e la libertà rimangono apparenti.

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  6. "Le parole possono essere paragonate ai raggi X,se si usano a dovere attraversano ogni cosa. Leggi, e ti trapassano". A me questo libro mi ha OLTREpassata. Mi sono sentita attraversata da questa storia. Mi ha impressionata il futuro di Huxley,mi ha impressionata il modo in cui si è immerso in un futuro a noi,spero,lontanissimo. Sembrerebbe una piccola parodia del presente,in miniatura sia chiaro. Vedi il SOMA,il sesso, la caduta dei valori che trascendono il mondo, come l'assenza di un nucleo familiare,la perdita del dialogo. E' straordinario per me il modo in cui traspare tra le sue righe, se ci si immerge completamente, il più vero significato della vita:la Libertà. Si nasce liberi,o così dovrebbe essere. E ogni giorno siamo e saremo sottoposti a scegliere. Liberi,liberi nella sua forma più pura. Liberi di sentire,provare, liberi di pensare, di urlare. La storia ci ha insegnato quanto sudore e lotte hanno superato popoli per potersi riprendere quello che qualcuno gli stava sottraendo. Non posso pensare in un domani così. Non posso pensare in un domani in cui "OGNUNO APPARTIENE A TUTTI GLI ALTRI" o "E' MEGLIO BUTTARE CHE AGGIUSTARE" o ancora poter pensare che il segreto della felicità e della virtù sia "AMARE CIò CHE SI DEVE AMARE". Io confido in un futuro migliore,ci credo. Ci voglio credere. E concluderei con una citazione di Dante che racchiude un essenza incredibilmente profonda: " Libertà vò cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta".

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